La vitamina D è nota per il suo ruolo fondamentale nella salute delle ossa, ma è coinvolta anche nel funzionamento del sistema immunitario, nella regolazione ormonale e nella salute della tiroide. Una sua carenza è oggi estremamente diffusa, anche in chi vive in zone soleggiate.

In questo articolo approfondiamo:

  1. i sintomi specifici della carenza di vitamina D,
  2. le cause più comuni,
  3. il legame con la funzione tiroidea,
  4. e come reintegrarla attraverso alimenti, sole e integrazione mirata.
Infografica italiana sulla carenza di vitamina D, con sintomi, icone del sole, tiroide e alimenti ricchi su sfondo giallo-arancio.

Indice

Il dott. Giovanni De Stefano - Biologo Nutrizionista. BIO COMPLETA

Cos’è la vitamina D e perché è fondamentale

La vitamina D è una vitamina liposolubile che agisce anche come ormone proattivo. Il nostro organismo può produrla grazie all’esposizione solare, ma spesso questo non basta.

È essenziale per:

  1. assorbire il calcio e mantenere ossa forti,
  2. modulare il sistema immunitario,
  3. influenzare la produzione di ormoni tiroidei,
  4. contribuire al benessere dell’umore.

Sintomi della carenza di vitamina D

Una carenza può essere asintomatica oppure manifestarsi con sintomi diffusi:

  1. Stanchezza cronica e spossatezza
  2. Dolori muscolari e articolari non spiegati
  3. Mal di schiena ricorrenti
  4. Fratture frequenti o fragilità ossea
  5. Debolezza muscolare
  6. Umore basso, tristezza o apatia
  7. Infezioni respiratorie frequenti
  8. Caduta di capelli

In molti casi i sintomi sono subdoli e confondibili con altre condizioni.


Carenza di vitamina D e tiroide: che legame c'è?

La vitamina D svolge un ruolo regolatore sull’immunità e può influenzare la funzione tiroidea, in particolare in caso di tiroidite autoimmune (Hashimoto).

  1. Livelli bassi di vitamina D sono spesso riscontrati in pazienti con ipotiroidismo.
  2. Una carenza cronica può peggiorare l’infiammazione della ghiandola tiroidea.
  3. Alcuni studi suggeriscono che integrare vitamina D in soggetti con Hashimoto può aiutare a ridurre gli anticorpi anti-TPO.

Per chi soffre di ipotiroidismo o è a rischio, monitorare i livelli di vitamina D è fondamentale.


Cause principali della carenza

  1. Scarsa esposizione al sole (uso di creme solari, vita al chiuso, inverno)
  2. Pelle scura (minore capacità di sintesi cutanea)
  3. Età avanzata
  4. Malassorbimento intestinale (celiachia, Crohn) come per la vitamina b12
  5. Eccesso di peso (la vitamina D si sequestra nel tessuto adiposo)
  6. Diete povere di alimenti contenenti vitamina D
  7. Malattie epatiche o renali croniche

L’esame da fare per appurare una carenza di vitamina D è il 25-OH vitamina D (calcidiolo), con questi valori di riferimento:

  1. <20 ng/mL = carenza
  2. 20–30 ng/mL = insufficienza
  3. 30–50 ng/mL = valori ottimali
  4. >100 ng/mL = rischio di tossicità

Si consiglia di eseguire il test almeno 1 volta l’anno, preferibilmente a fine inverno.


Come reintegrare la vitamina D: sole, alimenti e integratori

Sole: la fonte principale

Esporsi al sole per almeno 20 minuti al giorno (senza protezione su viso e braccia), soprattutto tra le 11:00 e le 14:00.

D’inverno o per chi ha pelle scura, l’esposizione non è sufficiente.

Alimenti ricchi di vitamina D

Le fonti alimentari sono poche ma utili:

  1. Salmone selvaggio, sgombro, aringa
  2. Olio di fegato di merluzzo
  3. Uova (soprattutto il tuorlo)
  4. Fegato
  5. Funghi esposti al sole (shiitake, portobello)

Integrazione: quando e come

Consigliata quando:

  1. la vitamina D è <30 ng/mL
  2. ci sono sintomi compatibili
  3. si soffre di patologie autoimmuni o disturbi tiroidei

Forme consigliate:

  1. Colecalciferolo (D3), meglio se in forma olio o gocce
  2. Associata a vitamina K2 per migliorare l’assorbimento osseo

Dosaggio da valutare con il nutrizionista o medico: spesso 1000–2000 UI al giorno sono sufficienti per mantenimento, 5000 UI per carenze più importanti.

Domande Frequenti

Il mio valore è 28 ng/mL: devo preoccuparmi?

Siamo in zona di insufficienza, quindi va valutato se ci sono sintomi o fattori di rischio per decidere sull’integrazione.

La vitamina D può migliorare i sintomi dell’ipotiroidismo?

Non cura l’ipotiroidismo, ma ottimizzarne i livelli può aiutare a ridurre infiammazione e migliorare l’efficienza metabolica.

I sintomi compaiono subito in caso di carenza?

No, spesso si sviluppano lentamente e in modo sfumato. Per questo è fondamentale prevenire e non aspettare che compaiano.

È pericolosa l’integrazione a lungo termine?

Se monitorata con esami, no. È importante non superare i 4000 UI/die salvo indicazioni mediche specifiche.

Qual è il miglior momento per assumere la vitamina D?

Durante il pasto principale, preferibilmente ricco di grassi buoni (olio EVO, avocado), per migliorare l’assorbimento.


Conclusioni

La carenza di vitamina D è una delle più diffuse e impatta su ossa, immunità, umore e tiroide. Riconoscerne i sintomi e monitorare i livelli è il primo passo per prevenire disturbi più seri e ritrovare energia e benessere.