La bulimia nervosa è un disturbo alimentare complesso caratterizzato da episodi ricorrenti di abbuffate seguiti da comportamenti di compenso come vomito autoindotto, uso di lassativi o esercizio fisico eccessivo. A differenza dell’anoressia, nella bulimia il peso corporeo può rimanere nella norma, rendendola più difficile da riconoscere.

In questo articolo analizziamo:

  1. i sintomi comportamentali e fisici della bulimia,
  2. le conseguenze psicofisiche a breve e lungo termine,
  3. e la forma meno nota: la bulimia senza vomito.
Illustrazione simbolica sulla bulimia con piatto vuoto, spirale, mano che stringe la forchetta e cibo disordinato su sfondo blu-grigio

Indice

Il dott. Giovanni De Stefano - Biologo Nutrizionista. BIO COMPLETA

Che cos’è la bulimia nervosa

È un disturbo del comportamento alimentare (DCA), come l'anoressia o il BED, caratterizzato da:

  1. Episodi di abbuffate (mangiare grandi quantità di cibo in poco tempo, con senso di perdita di controllo)
  2. Comportamenti compensatori inappropriati (vomito, lassativi, digiuni, sport estremo)
  3. Preoccupazione costante per peso, corpo e alimentazione
  4. Spesso vissuta in segreto, con cicli alternati di restrizione, abbuffata e compensazione.

Sintomi della bulimia: come si manifesta

Sintomi comportamentali:

  1. Abbuffate improvvise, seguite da senso di colpa o disgusto
  2. Uso frequente del bagno dopo i pasti
  3. Nascosta assunzione di cibo
  4. Eccessiva attenzione a calorie, peso e bilancia
  5. Alternanza tra dieta rigida e perdita di controllo

Sintomi fisici:

  1. Gonfiore addominale, dolori allo stomaco
  2. Mal di gola, voce roca (per il vomito frequente)
  3. Calli sulle nocche (segno di Russell)
  4. Erosione dello smalto dentale
  5. Irregolarità mestruali
  6. Affaticamento, capogiri, disidratazione
  7. Squilibri elettrolitici → rischio aritmie cardiache

Conseguenze della bulimia nervosa

A breve termine:

  1. Senso di colpa e vergogna
  2. Gonfiore e disagio digestivo
  3. Ritiro sociale, umore instabile
  4. Isolamento e ansia nei confronti del cibo

A lungo termine:

  1. Alterazioni ormonali
  2. Problemi gastrointestinali cronici
  3. Compromissione dentale e renale
  4. Disturbi del ritmo cardiaco (potenzialmente gravi)
  5. Depressione, disturbi dell’umore e rischio suicidario

Bulimia senza vomito: una forma poco conosciuta

Non tutte le persone con bulimia si inducono il vomito. Questa forma può prevedere comportamenti compensatori come:

  1. Allenamento compulsivo
  2. Uso di lassativi o diuretici
  3. Restrizioni alimentari post-abbuffata
  4. Giorni di digiuno come “penitenza”

La sofferenza mentale e il ciclo di colpa-restrizione-perdita di controllo restano presenti anche in assenza del vomito.


Diagnosi e criteri clinici

  1. Secondo il DSM-5, per diagnosticare la bulimia occorre:
  2. Almeno 1 abbuffata a settimana per 3 mesi
  3. Comportamenti compensatori ricorrenti
  4. Influenza eccessiva del peso sulla propria autostima

La diagnosi va sempre confermata da uno specialista in disturbi alimentari.


Come si cura la bulimia

Trattamento multidisciplinare:

  1. Psicoterapia (CBT-E è la più efficace)
  2. Educazione nutrizionale graduale
  3. Supporto psichiatrico, se necessario (SSRI, stabilizzatori dell’umore)
  4. Terapie di gruppo, familiari o basate su mindfulness

La guarigione è possibile, ma richiede costanza, supporto empatico e una guida clinica esperta.

Domande Frequenti

La bulimia si può avere con peso normale?

Sì. Spesso il peso è normale o leggermente oscillante, e questo rende la patologia più invisibile.

Come si distingue da una semplice abbuffata?

La bulimia comporta una ricorrenza ciclica, perdita di controllo, e soprattutto comportamenti di compenso (non presenti nel binge eating puro).

Chi soffre di bulimia si sente in colpa?

Quasi sempre. Il ciclo di abbuffata → colpa → compensazione è auto-punitivo e fonte di grande sofferenza interiore.

È vero che può provocare danni cardiaci?

Sì. Vomito frequente e squilibri elettrolitici (es. ipokaliemia) aumentano il rischio di aritmie e arresto cardiaco.

Si può guarire?

Sì. Con un percorso mirato e una rete di supporto, molte persone guariscono completamente e recuperano un rapporto sereno col cibo e con sé stesse.