La carenza di ferro è una delle più comuni carenze nutrizionali al mondo, e rappresenta la principale causa di anemia sideropenica. Colpisce soprattutto le donne in età fertile, gli adolescenti, i vegetariani e chi soffre di disturbi gastrointestinali.
In questo articolo scoprirai:
Il ferro è un minerale fondamentale per la produzione dell’emoglobina, la proteina che trasporta ossigeno nel sangue. Quando i livelli sono bassi, l’organismo fatica a ossigenare i tessuti, causando stanchezza, pallore e affaticamento mentale.
I sintomi possono essere sfumati o molto evidenti, a seconda del grado di carenza. Tra i più comuni:
Le cause più frequenti includono:
Per confermare una carenza di ferro, non basta l’emocromo. Gli esami più utili sono:
Come intervenire: dieta e integrazione
E includere ferro non-eme da:
Quando è utile integrare
L’integrazione va valutata da un professionista quando:
Domande Frequenti
In genere servono 2–3 mesi di integrazione per normalizzare i livelli di ferritina, ma dipende dalla gravità della carenza e dalla causa sottostante.
No. Il calcio inibisce l’assorbimento del ferro, quindi è meglio assumere integratori o alimenti ricchi di ferro lontano da latticini o integratori di calcio.
Sì, soprattutto in età fertile, a causa del flusso mestruale mensile. Anche l’allattamento e la gravidanza aumentano il fabbisogno.
Assolutamente sì. La carenza di ferro può precedere l’anemia. I sintomi iniziano anche prima che i valori dell’emoglobina scendano sotto la norma.
Sì, ma va bilanciato con attenzione. Chi segue una dieta vegana dovrebbe aumentare l’assunzione di legumi, semi, frutta secca e vitamina C ai pasti.
La carenza di ferro è frequente ma facilmente correggibile con una dieta mirata o con l’aiuto di un nutrizionista. Se ti riconosci nei sintomi descritti, non sottovalutarli. Intervenire per tempo può aiutarti a recuperare energia e benessere mentale.